“Il Memoriale di Mosè sul Monte Nebo è un sito di forte valenza simbolica: esso parla della nostra condizione di pellegrini tra un “già” e un “non ancora”, tra una promessa così grande e bella da sostenerci nel cammino e un compimento che ci supera, e che supera anche questo mondo. La Chiesa vive in se stessa questa “indole escatalogica” e “pellegrinante”: è già unita a Cristo suo sposo, ma la festa di nozze è per ora solo pregustata, in attesa del suo ritorno glorioso alla fine dei tempi.”
[The Memorial of Moses on Mount Nebo is a site of very powerful symbolic force: it speaks of our condition as pilgrims between an “already” and a “not yet”, between a promise so great and beautiful that it sustains us on the way and a fulfillment which goes beyond us, and which also goes beyond this world. The Church in herself lives this “eschatalogical and pilgrim character”: she is already united to Christ her bridegroom, but for now she has only a foretaste of the wedding feast, while she awaits his return in glory at the end of time.]
“In ginocchio sul Calvario e nel Sepolcro di Gesù, ho invocato la forza dell’ amore che scaturisce dal Mistero pasquale, la sola forza che può rinnovare gli uomini e orientare al suo fine la storia ed il cosmo.”
[On my knees on Calvary and in the Sepulchre of Jesus, I invoked the force of the love that flows from the Paschal Mystery, the only force that is capable of renewing men and orienting towards its end history and the universe.]
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